Ola os meus queridos amigos! Eu estou muito bem e espero também todos vocês!

Penso a tutti voi in Italia e vi sento sempre vicini in questo cammino della vita che ci distanzia solo per i Km che ci separano in questo anno! Io cammino qua nella Bahia e voi continuate a percorrere le strade di Firenze, ma la direzione è la stessa, gli strumenti per percorrerla pure. In questo Anno Santo della Misericordia tutti noi siamo sollecitati da Papa Francesco a ricordarci che i nostri passi vanno verso la Gioia dell’incontro col Padre e che il mezzo migliore per arrivarci è Amare, chiunque Dio ci pone al fianco ogni giorno! A me quest’anno sta facendo il grande dono di incontrare persone, testimoni, progetti e vita in questa lontana parte del mondo (e non ringrazierò mai a sufficienza Dio per questo immeritato regalo, preoccupata solamente di non sprecare neanche un centimetro di cammino in queste diverse strade dove ogni giorno ho l’onore di conoscere e avvicinare altri “irmãs e irmãos”!), ma a ciascuno di noi il Padre regala ogni attimo la possibilità di ascoltare, sorridere a qualcuno, fermarsi per parlare, camminare a fianco, “partilhar” (condividere) il proprio tempo e spazio con “irmãs e irmãos”! Questa è la Misericordia e ciò che con semplicità dobbiamo fare, come ci ricorda un antico Padre della Chiesa, San Basilio, in questo suo invito (speditomi in una delle sue lettere settimanale agli amici da Don Carlo Cappi, sacerdote bergamasco che ha condiviso con la mia parrocchia di Santa Croce a Quinto un pezzetto della sua strada anni fa):

“Il pane che tu tieni per te è dell’affamato; il mantello che tu custodisci nel guardaroba è dell’ignudo; le scarpe che marciscono in casa tua sono dello scalzo; l’argento che conservi sottoterra è del bisognoso. Se uno spoglia chi è vestito si chiama ladro. E chi non veste l’ignudo quando può farlo, merita forse altro nome?”. Io aggiungo (con umiltà e senza assolutamente voler mettermi al pari di San Basilio…ci mancherebbe altro!) : l’ascolto e 10 minuti al giorno per incontrare o far visita a qualcuno sono di chi è solo, malato, affaticato.

Ma adesso veniamo a un breve racconto della mia settimana qua nella Bahia e alla presentazione in particolare di 3 progetti che sto conoscendo e incontrando (Abbiate pazienza, io proverò ad esser sintetica…certa che mi sopporterete anche se non ci riesco, specie perché in quest’anno dovete ascoltarmi raramente!).

La mia settimana si divide tra vita pastorale parrocchiale con giovani, visita ai malati nelle case, coro, riunioni varie, messa quotidiana e momenti comunitari di preghiera (più o meno come a Santa Croce! Ma delle attività pastorali di Nossa Senhora da Piedade, la mia comunità parrocchiale di Massaranduba, vi parlerò meglio nella prossima lettera), un giorno con notte annessa alla “Comunidade da Trindade”, un giorno con pernottamento compreso da Edvania nella “casa de Marta e Maria”, mattinate al Beijaflor, vita comunitaria con Padre Paolo, Padre Luca e le persone che dall’Italia per motivi diversi stanno viaggiando in questa parte del mondo e che ospitiamo per qualche giorno in casa…un po’ di riposo e tempo per conoscere le bellezze naturali di questa parte del Brasile!

COMUNIDADE DA TRINDADE

La Comunità della Trinità è una comunità che vive guidata da una spiritualità trinitaria e pellegrina, nella Chiesa della Trinità a Salvador Bahia, dove accoglie persone che vengono dalla vita in strada, e offre la Chiesa come casa e il camminare come pellegrini come speranza di nuova vita. Agosto 2015 si è festeggiato i 15 anni di riapertura di questa Chiesa e di nascita della Comunità.

La Chiesa della Trinità fu costruita nel secolo XVIII e si trova vicino ai 2 antichi mercati di Salvador, Mercado do Peixe (mercato del pesce) e Feira de São Joaquim (caratteristico mercato di frutta, verdura, carne, artigianato e quant’altro vendibile si possa immaginare, ricorda lontanamente il nostro mercato di S. Lorenzo). È costituita da 3 navate e la facciata ha elementi rococò e neoclassici, fu costruita e curata dalle Confraternite del Rosario e della Santissima Trinità. Nel 1888 la Chiesa è quasi completamente distrutta da un incendio e restano in piedi solamente le pareti esterne. Resa nuovamente agibile, l’ultima celebrazione eucaristica vi viene celebrata nel 1990 e, a partire da allora, la Chiesa è chiusa, abbandonata e lasciata andare.

Nel 2000 Enrique, pellegrino fondatore dell’attuale Comunità, durante una pellegrinazione all’interno della città di Salvador, prevede, all’interno del cammino del gruppo, la Egregia da Trindade come sosta per la preghiera, ma la trovano chiusa, abbandonata e molto fatiscente. Chiedono allora il permesso alla Diocesi di riaprirla per pregare, abitarvi, restituire il culto alla Santa Trinità e accogliere persone dalla strada. Il permesso viene accordato, in 3 mesi alcuni volontari insieme ad Enrique e Edvania (di cui vi parlerò tra poco…) fanno i primi grossi lavori per renderla agibile e così nasce la nuova vita della Egregia da Trindade, una comunità che ogni anno ospita, per periodi diversi, circa 100 persone provenienti dalla strada che vivono, dormono, mangiano, pregano e condividono la vita all’interno della chiesa. Attualmente nella Comunità vivono circa 30 persone dentro la chiesa, una quindicina in casette umili e essenziali costruite nel giardino intorno alla chiesa abitate da persone che, dopo un percorso in Comunità, adesso hanno un lavoro e possono pagare un piccolo affitto continuando a condividere con la Comunità alcuni spazi della propria vita, 6 persone che abitano nella Chiesa Trindade do Mar, che si trova nell’Isola di Itaparica di fronte a Salvador. Tra tutti questi ci sono 2 sacerdoti, 2 laiche consacrate, Enrique e Vania, pellegrini laici, una coppia di giovani sposi che hanno scelto di vivere “na Comunidade da Trindade” e spendere la loro vita al servizio di questo bellissimo progetto di Chiesa che accoglie e si fa veramente prossima agli ultimi. Tutto nella Chiesa e nel giardino intorno è arredato con oggetti costruiti con materiale riciclato e tante piante, anch’esse spesso nate da innesti recuperati per le strade delle “peregrinationas” (pneumatici di camion per tavolini, bottiglie di plastica per vasi, grandi bobine di legno per sedie ecc.) a indicare il lavoro con uomini e donne che si compie nella Comunità: “Trindade lavora alla restaurazione di vite. Aggrega persone intorno a uno stesso obiettivo e accoglie per rinnovare chi arriva. La parola simbolo di Trindade in questi 15 anni è RESTAURARE:” (Enrique).

Il giovedì Trindade viene aperta a persone che vivono ancora in strada per trascorrere un pomeriggio e una notte in comunità, lontani dalla paura, da alcool e droga, chiaccherando, giocando e condividendo in semplicità del tempo con chi è riuscito ad allontanarsi dalla strada, celebrando l’eucarestia e mangiando un abbondante “piatto di sopa” (zuppa di verdure, carne e pasta) insieme alla comunità, amici e volontari, cittadini di Salvador, dormendo al sicuro nella chiesa con gli altri.  L’appuntamento della quinta feira (giovedì) è molto importante per far incontrare e vivere a persone che vivono nella violenza e povertà della strada che una possibilità esiste, per toccare attraverso l’accoglienza gratuita e l’ascolto gioioso di chi incontri a Trindade che Dio ti ama. Perché…“grazie al lavoro di Enrique e delle persone che si sono unite a lui per dar vita a questo progetto e soprattutto all’esempio di uomini e donne di strada che hanno deciso di vivere questa esperienza intorno alla Santissima Trinità, grazie alla gioia che trasmettono, il progetto non è più un progetto ma bensì una bella storia da raccontare. Così sono le opere di Dio: nascono piccole e povere, ma hanno una forza che è la Forza di Dio!” (dall’omelia dell’ Arcivescovo di Salvador Dom Murilo Krieger per l’anniversario dei 15 anni di vita della Comunidade da Trindade).

La Comunidade da Trindade si mantiene e sostiene il proprio lavoro con la vendita di artigianato autoprodotto (icone, magliette, mosaici ecc), riciclo di legno e altri materiali recuperati dalle strade, donazioni (o come dicono tutti qua “Provvidenza”!). Chi lavora “compartilhia” parte del proprio salario per i bisogni di tutta la comunità.

Quinta feira dalle 6,30 della mattina io sono in questa bella comunità a preparare insieme la Sopa con le verdure che buttano al Mercato di São Joaquim, incontrare, giocare a domino (gioco nazionale della Bahia! In ogni angolo di strada e fuori da quasi tutte le porte di casa, trovi tavolini con 4 uomini che giocano a Domino…)e chiaccherare con chi vive là, pregare insieme, dormire una notte in una delle più “BELLE CHIESE” che abbia mai visto!

CASA DE MARTA E MARIA (Edvania)

Edvania è una delle donne, grandi testimoni di Cristo, che incontrammo nel viaggio che feci nel 2014 col Centro Missionario. Immediatamente la sua dolcezza e semplicità, il suo sorriso e capacità di accogliere, la sua scelta totale di vita a servizio degli ultimi, mi toccarono profondamente e quando ho iniziato a concretizzare la possibilità di questo anno a Massaranduba, ho chiesto subito di poter trascorrere del tempo nella “Casa di Marta e Maria”. Edvania è consacrata laica e con Enrique dà vita alla Comunidade da Trindade, dopo aver fatto esperienze di dono gratuito della sua vita a servizio degli altri nell’interno della Bahia, durante 4 anni di carestia che ridussero  la regione del Certão in estrema povertà.

Dopo qualche anno di vita a Trindade sente l’esigenza di aprire una Casa per persone che vengono dalla strada, inizialmente pensata per donne, per offrire una possibilità diversa, più familiare. Allontanare donne dalla vita in strada è molto difficile per vari motivi (dipendenza dagli uomini, complessità di problematiche psico-relazionali delle donne che arrivano alla vita di strada ecc.) e in questo momento infatti in casa con Edvania vivono 8 uomini, che attraverso la condivisione di vita e preghiera provano a ricostruire ciò che in loro si era distrutto. Edvania lavora a un reinserimento nella società di queste persone, affiancandole prima nella cura di se stessi e degli spazi personali e comunitari, poi aiutandoli nella ricerca di un lavoro o di una formazione, per infine sostenerli in una vita indipendente fuori dalla Casa de Marta e Maria. Economicamente è quasi tutto in mano alla…Provvidenza!

Il lunedì (seconda feira) vado a Casa de Marta e Maria e incontro questa bella realtà, lavoro, prego, mangio e dormo con Edvania e gli altri arricchendomi nello scambio di storie di vita.

PROGETTO BEIJA-FLOR

Molti di voi già conoscono questo progetto nato dal lavoro pastorale di Padre Luca e Padre Paolo nel quartiere (bairo) di Massaranduba e hanno in casa il calendario che i bambini, le famiglie e le insegnanti regalano per esprimere la loro gratitudine a chi aiuta con una donazione il Beija-Flor.

Il Brasile è una potenza in crescita e si presenta come un paese avanzato in grado di ospitare grandi manifestazioni mondiali (quest’anno le Olimpiadi ad esempio), ma esistono ancora situazioni di estremo bisogno e discriminazione. E Massaranduba, il quartiere dove è situata la nostra missione e la parrocchia di Nossa Senhora da Piedade dove portiamo avanti il lavoro pastorale da 9 anni come diocesi fiorentina, ne ospita diverse.

Massaranduba nasce negli anni 40-50 come agglomerato di palafitte conosciuto come “Alagados” su un terreno “bonificato” dallo stato di Bahia riempendo con spazzatura e detriti di scarto la parte di mare e costa di questa zona periferica di Salvador, già sede di scarico marino. Non ha fognature e la maggior parte delle case sono costruzioni piccole, attaccate l’una all’altra, costruite senza nessun piano regolatore, fatiscenti e…lontanamente abitabili, secondo i nostri canoni occidentali, da famiglie spesso numerose con molti bambini!

Padre Luca nei primi anni di vita e lavoro in questo bairo, evidenzia un bisogno sopra agli altri: i bambini delle famiglie più povere trascorrono le loro giornate per strada, frequentano scuole pubbliche che offrono un percorso scolastico scarso e insufficiente per aprirsi a cicli di studi superiori e provare a cambiare le proprie condizioni di vita, non esistono asili nido pubblici che accolgano bambini fino a 3 anni, sono carenti figure adulte, specie maschili, di riferimento nelle famiglie. Così nel 2011, insieme a Padre Paolo che lo ha raggiunto da Firenze, provano a offrire un Progetto che dia una possibilità di risposta a questi bisogni. La Scuola Comunitaria dell’Infanzia (“creche”…si legge “cresci”…) e le attività extrascolastiche integrative per i bambini che entrano nella scuola elementare pubblica proposte dal Beija-Flor, non hanno la pretesa di risolvere tutti i problemi di questo bairo, ma solo di provare a fare la propria parte (ricordate la storiella africana del Beija-flor? Rileggetela dietro al calendario…): ogni anno l’equipe del Beija-flor cerca bambini di 2 anni tra i più bisognosi di Massaranduba, molti vivono ancora in baracche, e iniziano con loro e le famiglie un percorso di accoglienza, cura ed educazione, cercando di accompagnarli fino a 10 anni. Attualmente il Progetto Beija-flor accoglie circa 100 bambini. Nessuna famiglia paga una retta perchè impossibilitata a farlo. Tutti i bambini del Beija-flor sono adottati a distanza attraverso il Progetto Agata Smeralda e, benchè i soldi provenienti dalle adozioni siano un grosso aiuto, sono insufficienti a coprire tutte le spese della scuola (stipendi insegnanti, pasti, divise, materiale didattico, utenze…).

Le attività extrascolastiche progettate per chi è inserito nella scuola elementare pubblica, si svolgono in due turni (17 bambini frequentano il Beija-flor di mattina, andando a scuola il pomeriggio, e 12 il pomeriggio) e comprendono sia approfondimenti scolastici svolti all’interno del Beija-flor che partecipazione ad attività anche all’esterno dove si privilegia l’integrazione con altre realtà e bambini, un lavoro sul rafforzamento psico-fisico attraverso laboratori di teatro, musica, capoeira, esercizi circensi. Queste attività da quest’anno hanno un costo di partecipazione per ogni bambino ed è inoltre necessario l’utilizzo di pulmini a noleggio per raggiungere i luoghi dove si svolgono.

GRAZIE per il lavoro quotidiano missionario che continuate a portare avanti con passione, amore e gioia! Il vostro sostegno a coloro a cui è chiesto di percorrere qualche passo lontano da casa è fondamentale perchè possiamo insieme esser testimoni credibili dell’Amore di Dio nel mondo! Il vostro impegno fatto di informazione sulle e dalle missioni, sui popoli con le loro storie, sulle dinamiche che regolano i movimenti tra nazioni, alimentato dalla preghiera, organizzato con corsi interessanti e curati (bellissimi i temi e i viaggi proposti quest’anno nel corso alla mondialità!), sono tutti stimoli fondamentali per invitare ad aprire le nostre “piccole case” ed affacciarsi sul mondo! Oggi tutto ciò è ancor più prezioso e indispensabile per costruire la Cultura di Pace e Speranza di cui il mondo ha una fame estrema!

Io, Padre Paolo e Padre Luca vi abbracciamo uno a uno con tutto il nostro affetto e un pizzico di “saudade brasilera”!

Alessandra